I LUOGHI

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"PALAZZO GUERRIERI"
Photo: Gioia Perrone





Gioia Perrone,Aprile 2012, articolo apparso su "Il Paese Nuovo"


La storia che raccontiamo in questo primo appuntamento di BANDE A SUD, se da un  lato  porta in dote ciò che per anni è stato realizzato con amore dal Comitato delle feste patronali di Trepuzzi, e che ci proponiamo di far fiorire metaforicamente come una verde creatura che si apre al primo sole di una Nuova Stagione, dall'altro è legata alla storia di un LUOGO, che come certi luoghi, è carico e intriso di energie, di scampoli di vite, di tracce , minime eppure mirabili che il tempo contribuisce ad aumentarne, agli occhi di chi le scopre,valore e commozione.
Il luogo in questione, il luogo del "legame", è Palazzo Seracca Guerrieri. Luogo privato, e dunque non accessibile a tutti, luogo di una famiglia innanzitutto, dimora del celebre Francesco Guerrieri (detto Don Checco), personaggio di spicco nella vita politica e soprattutto economica di Trepuzzi per mezzo secolo , personaggio-mito nell'immaginario collettivo del paese e vivo nel ricordo di una grandissima fetta di popolazione  anziana che per lui lavorava nei numerosi terreni e nelle svariate realtà aziendali sul territorio trepuzzino, e più in generale salentino.
Perchè "legame"? Secondo alcuni studi e racconti, la strada in cui abitava l'aministratore di Don Checco  era anticamente gremita di una folta fila di gente, contadini e lavoranti, che ogni mattina attendevano disposizione sulla giornata , se recarsi alle terre, se no, come investire il proprio lavoro. Quello spazio dunque, come anche la Via Elia, strada dove è ubicato il Palazzo poco distante dalla Villa Comunale,  ha nei suoi anni d'oro, accumulato energia, desideri, aspettative, vita, lavoro, fiato di chi aspettava, chiedeva, conduceva la propria esistenza nella comunità.
Oggi, dopo una lunga chiusura dello stabile (è più o meno dalla fine degli anni '70 che il Palazzo non è più abitato), il percorso che da Largo Margherita porta a Palazzo Guerrieri si ri-anima, ritorna a colorarsi di fiati e di storie, di lavoro, di persone in transito, di ri-allaccio di fili, (elettrici, emotivi, storici) creando non pochi corto-circuiti e gioiosa attesa.

La storia di un Festival a Palazzo Guerrieri, è quella di un approccio rispettoso e desideroso di valorizzare tutto ciò che parla, che dice, seppure con la voce propria che hanno le stanze non più abitate da tempo, e le pietre, e il legno della mobilia, e i vetri opachi delle finestre, e la polvere che per principio poetico e filologico  abbiamo incontrato, accolto, serbato per chi potrà finalmente vedere, condividere.
Anche la polvere è traccia, una polvere buona che sintetizza e registra, come una pellicola di un film che non si potrà mai proiettare davvero, il passaggio degli anni appena fuori da quelle stanze cristallizzate.
Perchè Palazzo Guerrieri è lì dai primi del '900, era lì quando Don Checco lo abitava, con le sue sale da pranzo che dovevano avere le credenze piene di oggetti di casa e  si spandevano rumori di passi, di piatti, di stoviglie provenienti dalla cucina, con un via vai di servitù, le carrozze e le stalle con il brulicare di lavoratori, ed è rimasto lì anche dopo ovviamente, quando un giorno non ci abitò più nessuno e il paese intorno cambiava lentamente, e a Berlino cadeva il muro e la Storia contemporanea  si scriveva.
Anche il Salento è cambiato.

Di questa traccia di storie che è il Palazzo, una casa, una dimora, tante tracce almeno quante sono le sue stanze, vorremo poterne fare un onesto racconto, liberarlo per gli altri, per tutti, per qualche giorno di festa, per fornire alle nuove generazioni un piccolo tassello sulla storia del proprio paese e alle vecchie l'occasione per riflettere, ricordare, concludere il puzzle di memorie che in casa hanno sempre ascoltato dai propri genitori e dai propri conoscenti.
Il racconto  Guerrieri lo mescoliamo  per l'occasione ad altri nuovi racconti, che sono le visioni delle mostre con cura allestite, lì dove era impossibile per ovvie ragioni, non apporre chiodi, e sempre seguendo quel filo dell'ascolto e del rispetto di un luogo e la sua storia.




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Particolari di Palazzo Guerrieri
ph: G.P.

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